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L’intervista: è Rabbia, è Amore
12 aprile, 2008, 5:25 PM
Filed under: Interviste

Nelle prossime righe conosceremo meglio Antonella Zedda. Appena trentenne è la più giovane candidata presente nelle liste del Popolo della Libertà. Una candidata che proviene da una lunga militanza in Azione Giovani, gruppo politico cui fieramente appartiene e orgogliosamente rappresenta. Quale modo migliore per conoscerla se non attraverso le sue stesse parole. Otto semplici domande per capire com’è fatta. Otto semplici risposte per spiegarci il suo percorso politico, il suo credo, le sue convinzioni. Una candidata giovane che finalmente rappresenta i giovani e tutta la loro rabbia. Un fare politico fatto di passione e sentimento, mosso da ideali e valori certi. Tutto questo e molto di più. Lasciamo dunque a lei il compito di raccontarci e raccontarsi.

1) La politica e più in generale la società tendono ad etichettare le persone, inquadrandole in questa o quella categoria sociale, lavorativa, generazionale. Il tuo caso non sembra sfuggire a questa prassi, sei la più giovane candidata nelle liste del Pdl per di più donna. Ritieni tutto ciò un vantaggio? Ti rivedi in queste “etichette”?

Non amo le etichette, non le attribuisco e non amo riceverne. Sarò pure la donna politica più giovane della lista del PdL e credo che in questa campagna elettorale verrà fuori questa etichetta, MA io di solito mi definisco un militante politico. Uomini, donne, giovani, anziani, tutti capaci, dovrebbero partecipare alla vita politica del paese perché è solo in questo modo che si può intraprendere la strada per  uno Stato etico, organico, sociale;  dove lo Stato è il padre di famiglia e garantisce meritocrazia, pluralità culturale e salvaguardia delle tradizioni. Senza dimenticare il quotidiano pratico di ognuno di noi e quindi essere garante per  lavoro e famiglia. Non importa che a rappresentarmi sia un giovane o un anziano piuttosto che un uomo o una donna, l’importante che sia capace e che agisca per il bene comune e non personale. È anche vero però che fino ad oggi la politica è stata sia maschile che gerontocratica ma sono fiduciosa sulla evoluzione del sistema e sicura che ben presto sia i giovani che le donne saranno parte attiva anche in questo settore.

2) Essere giovani non vuol dire però essere inesperti della politica. Hai alle spalle sicuramente un percorso politico degno di nota. Un cammino lungo 10 anni che oggi ti ha condotto sino all’inserimento nelle liste per le elezioni politiche. Ripercorriamolo.

Inizio il mio percorso politico nel 1997 quando arrivo a Cagliari per cominciare gli studi universitari. È quando mi trasferisco nella città che incontro i ragazzi della Caravella (sezione di Azione Giovani ed Azione Universitaria) ed è con loro che nasce quel cammino che passo dopo passo arriva sino ad oggi e continuerà nel mio domani. Oggi sono ancora con Caravella, dove di persone, di sogni, di idee ne sono passati tanti e non sono tanti quelli che resistono perché i ritmi della vita sono inesorabili e vieni richiamato alle tue responsabilità, compiuti 27 anni suonano i primi campanelli d’allarme, continui a sognare, a essere sempre presente ogni giorno nelle piazze e per le strade oppure rispondi alle logiche responsabilità a cui la vita a quell’età ti richiama? La passione politica mi regala tante soddisfazioni, vengo eletta nell’Esecutivo nazionale di Azione Universitaria e con ciò ho la fortuna di girare tanto l’Italia, un continuo confronto politico mi aiuta a crescere e maturare politicamente. In Sardegna vengo eletta/riconfermata per il secondo mandato nel coordinamento regionale di Alleanza Nazionale, dove il coordinatore regionale è il sen. Mariano Delogu, già sindaco di Cagliari.

3) Azione Giovani è il movimento giovanile di Alleanza Nazionale, composto da una moltitudine di comunità militanti ben radicate in tutta l’Italia. Tu oggi rappresenti la Comunità Caravella di Cagliari e le sue lotte. Cosa vuole dare la Caravella alla politica oggi?

La Caravella cosa vuole dare oggi. Semplicemente quello che ha sempre dato. Continuare a fare ciò che l’ha sempre contraddistinta, migliorandosi e crescendo. Con la mia presenza nella lista vuole essere presente non soltanto per se stessa  ma per tutti, non ho la superbia di pensare di rappresentare tutte le realtà militanti ma spero di rappresentarne qualche altra oltre alla Caravella. Noi abbiamo una sezione che opera sul territorio, radicata tra la cittadinanza, tutti ci conoscono e sanno che possiamo essere un punto di riferimento per portare le istanze della gente ai nostri politici che andranno in parlamento e . . . magari vorremo essere anche un piccolo punto di riferimento per i politici che conoscendoci meglio potranno più facilmente ricordarsi che la politica va fatta per la gente non per se stessi.

4) Cosa vuol dire per te “fare politica”? Che risposte dà oggi il mondo giovanile all’ondata di antipolitica diffuso tra la gente?

Fare politica è donare se stessi per l’Idea.

C’è chi pensa che fare politica sia “solo” entrare nelle Istituzioni. Io credo sia ANCHE questo, ma in realtà è molto di più. Le Istituzioni sono “solo” l’ultimo passaggio e forse quello più arduo per chi ha scelto di donarsi alla Politica, condividendo un percorso di militanza, essendo un granellino di una Comunità che nasce molto prima di me e non morirà quando io morirò. Donare se stessi non per avere un giorno uno scranno importante ma perché sono convinta che forgiare ciò che ci circonda è il primo passo per creare un mondo migliore. La visione idealista della vita è ciò che mi ha spinto all’ impegno pratico. Fare politica vuol dire perciò mettere tale visione della vita in tutto ciò che caratterizza la militanza, anche quando questa ti porta ad amministrare un piccolo paese, una grande città piuttosto che una regione. Avere quindi una visione Ideale della vita, ma ricordarsi che è l’agire quotidiano, la risoluzione dei piccoli problemi più pratici e “banali”, quelli che ci circondano ogni giorno, che ti fanno aspirare ad essa.

5) Cosa spinse Antonella ad iniziare il suo cammino politico? Quali sono le tue battaglie, per cosa oggi credi ancora valga la pena lottare?

La passione, la rabbia l’amore.

La passione per la vita, la rabbia per tutto ciò che mi circonda che non mi piace. L’amore per la mia terra, per la mia gente e ovviamente per me stessa. Il valore sacro della vita va tutelato e oserei dire che oggi più che mai vada anche garantito. Un argomento troppo ampio per essere espresso in poche sintetiche righe. Per cosa vale ancora la pena lottare? Oggi si deve lottare per ricreare una civiltà che si sta dissolvendo. Un popolo abituato alla spartizione della torta è altro non è che un popolo viziato. “Non programmi dobbiamo creare ma uomini, uomini nuovi“. Direi che questa frase rappresenta bene il percorso che io ho intrapreso, che altri prima di me avevano iniziato e che altri ancora un domani, dopo di me, continueranno.

6) Molte delle tue battaglie sono condotte in difesa di determinati valori. Le battaglie si fanno però anche all’attacco. Su tutte quella per il diritto alla proprietà della casa contro l’emergenza abitativa che colpisce il nostro territorio. Ce ne parli?

Il diritto alla proprietà della casa è sacrosanto.

Un diritto sino ad oggi mai tutelato. Siamo  in un’era in cui le banche la fanno da padrona e i mutui sono il nostro cappio al collo. Penso che una battaglia come Azione Casa, lanciata dai ragazzi di Azione Giovani e sposata in pieno dal PdL, che l’ha inserita nel suo programma, possa essere davvero la soluzione. Se il futuro governo sarà così coraggioso da farne una legge e attuarla, beh allora uno dei grossi problemi d’oggi sarà azzerato. Le famiglie italiane meritano una degna agevolazione per il raggiungimento di un fattore essenziale qual è la casa. Che non deve essere né un sogno, né un miraggio ma un punto d’arrivo.

7) Di importanza fondamentale è la militanza radicata nel territorio, quella che porta le battaglie politiche tra la gente. Le comunità giovanili sono la massima sintesi di questo. Cosa diresti oggi a dei giovanissimi che nella politica vorrebbero azione, meno parole e più fatti?

Fare e non criticare, agire e non adire, ascoltare e non sentire, comunitari e non individualisti, spirito e non materia. Essere uomini critici, uomini migliori. Il vero cambiamento si può avere solo se sei tu a cambiare per primo e non credere che sia quello che ti sta affianco a dover modificarsi. Un percorso che non dovrebbe mai avere fine.

8 ) Per concludere, il tuo posto in lista non è dei migliori. Il 15° posto è una sfida, è mettersi in gioco o che altro? Cosa spinge te e la Caravella in questa battaglia?

Sarebbe oggettivamente bello poter scegliere di combattere solo le battaglie in cui non si perdono uomini, in cui la vittoria è certa, in cui non ci siano grandi ostacoli né particolari avversità. Ma non è così. Le battaglie vanne combattute sempre, non importa la difficoltà che comportano. Ovviamente se fossimo stati (con il mio nome) al 1° posto della lista non ci saremmo opposti. Sicuramente questa legge elettorale non ci piace! Ma con questa legge ora dobbiamo confrontarci. Decidendo di esserci ogni giorno, non potevamo mancare anche in questa sfida e dimostrare chi noi siamo in questa parentesi elettorale.

Se il destino ci vorrà premiare lo farà comunque …

Alessandro